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Valeria, la conoscevo bene

Aggiornamento: 21 feb




Era collega e amica di mia madre.

Per me, lei era più di un’amica. Lei per me era come una seconda mamma.

Quando purtroppo la malattia l’ha colpita, come ci hanno ricordato le sue sorelle, il suo primo pensiero non fu piangere e disperarsi, ma rendere il dolore degli altri il più possibile leggero.

Ricordo tanti aneddoti che farebbero sorridere chiunque pensando alla sua situazione e alla sua bontà, ma uno in particolare è davvero commovente. Fin da piccolo, andavo pazzo per le telline. Quando ne aveva la possibilità, Valeria usciva e me le comprava. Quando quel maledetto tumore la colpì, lei non aveva le forze per uscire. Fu in quei mesi, che per lei furono di sofferenza, che le venne in mente una sorta di piano per farmi arrivare ogni settimana una porzione di telline. Le ordinava e le faceva consegnare al portiere del suo palazzo dal suo pescivendolo di fiducia ed infine io e mia mamma passavamo a ritirare il suo dono. Nei primi tempi della malattia, quando ancora riusciva a camminare bene da sola, citofonavamo per ringraziarla, ma poi le cose andarono come sappiamo tutti e non abbiamo più citofonato.

Aver incontrato le sorelle di Valeria è stata un’esperienza stupenda proprio perché ha fatto riaffiorare ricordi che erano purtroppo stati sepolti da altri.

Oggi come oggi, posso solo riaffermare nel mio piccolo che per me Valeria non era solo un’amica, ma anche una seconda mamma.

Andrea Albano

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