“Proprio come i pezzi di un puzzle, tutti diversi, tutti unici, ma che insieme formano un’unica bellissima immagine”
Per la giornata della consapevolezza sull’autismo, la scuola media A. Belvedere si è preparata con una settimana dedicata all’inclusione.
Dalle classi sono state realizzate tante bellissime attività sull’argomento, e molti prodotti sono stati messi in vendita per beneficenza.
Alcuni dei lavori delle classi sono: il tabellone di una versione del gioco dell’oca chiamato “Includi e vinci” della 1G. dei fiori coloratissimi della 2A e dei fiori in un prato della 2C; dei puzzle creati dalla 1C e dei volantini fatti come il “Gratta e vinci”, chiamati però “Gratta e ama”. Questi volantini sono stati scritti da tutte le classi e, grattando il loro enorme cuore rosso, si può leggere frasi sull’accoglienza, sull’inclusione e sull’unicità. Inoltre, accanto alle frasi viene offerto in regalo anche un codice per ascoltare una canzone su Spotify.
Insomma, tutti i lavori sono bellissimi e ognuno trasmette un massaggio diverso.
I soldi ricavati dalla vendita sono andati in beneficenza alla “Casa di Matteo”, istituto che accudisce tanti bambini con dei problemi, che sono stati abbandonati o che hanno difficoltà familiari.
I piccoli redattori del giornalino scolastico hanno intervistato i propri compagni di classe sull’inclusione e sui lavori che sono stati svolti.
A volte ci si ferma a pensare che cosa sia l’inclusione, e tutta la 1C sostiene che sia accogliere le persone nel gruppo per le proprie diversità. L’inclusione è fondamentale per tutti, perché senza includere si diventa soli.
L’inclusione è veramente il nostro punto di forza, come sostiene Lorenzo di 1C: “Siamo stati tutti contenti di fare questo lavoro perché io credo che abbiamo toccato argomenti fondamentali dell’umanità. All’inclusione non si può dare un vero valore, perché è inestimabile e io credo sia il motivo della vita stessa”
Tutti gli allievi e le allieve, guidati dai loro docenti, hanno dimostrato una grandissima sensibilità su questo tema, che lascia ben sperare su un futuro più inclusivo.
Dafne Miletti
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