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Sui passi di Adolfo Pansini

Aggiornamento: 29 feb


In occasione del centenario della nascita di Adolfo Pansini, il 14 maggio 2023, i ragazzi dell’omonimo liceo hanno invitato gli alunni della scuola Belvedere per una visita guidata dei luoghi in cui ci sono verificate le Quattro Giornate di Napoli, datate 27-28-29-30 settembre 1943, e dove Pansini ha agito. Egli era un giovane partigiano napoletano che combatté e morì durante la liberazione nazista della città.

Ci siamo incontrati il 18 maggio 2023 a Piazza Fuga. I ragazzi e la loro docente, professoressa Cerrito si sono presentati, introducendo la storia di Pansini.

Poi, ci siamo incamminati verso il liceo Sannazaro, dove c’è una targa, che abbiamo letto insieme. Quindi i ragazzi, per mettere alla prova la nostra attenzione, ci hanno fatto delle domande, e ad ogni risposta corretta, ci hanno premiato con un dolcetto.

Dopo, siamo andati verso Via Palizzi, dove si trovava la casa in cui viveva Pansini. In questo luogo, Adolfo fu denunciato dalla sua cameriera, la quale trovò una pistola e dei volantini che condannavano il Duce.

Continuando il nostro percorso, siamo andati dove al tempo si trovava il Palazzo del Fascio e Villa Floridiana, dove Pansini e i suoi amici attaccarono i tedeschi.

Il nostro giro è continuato, arrivando alla Masseria Pagliarone, dove si accese la prima scintilla della rivolta.

Proseguendo, siamo tornati verso Piazza Quattro Giornate, dove si trova il liceo intitolato a Pansini, ma, andando all’altro lato della piazza, troviamo la mitragliatrice tedesca e in alto a destra dell’arma troviamo una targa, con su scritto il nome dei partigiani caduti durante la rivolta.

Infine, ci siamo diretti verso l’ultima tappa del nostro percorso: la Masseria Pezzalonga, dove il quarto e ultimo giorno, il 30 settembre, i nazisti furono obbligati a lasciare la città di Napoli.

Questa visita ci ha insegnato concetti molto importanti, che vanno al di là della storia, tra cui giustizia e uguaglianza, ma soprattutto lottare per qualcosa in cui si crede.

Giovanni Langella



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