Sono un alunno della 2^D e, come altri ragazzi della mia scuola, ho partecipato al progetto #ioleggoperché, che si è tenuto nelle librerie del mio quartiere, Raffaello, Mondadori, IoCiSto.
L’attività, tra le altre previste, consisteva anche nel fermare le persone sia dentro che fuori il locale commerciale e chiedere di comprare un libro per rifornire la nostra biblioteca scolastica.
Durante la mia ricerca di persone ne ho incontrate di vari tipi e volevo raccontare la mia esperienza.
Oltre a me c'erano altri compagni e ci siamo divisi in due gruppi: Quelli che stavano dentro e quelli che stavano fuori. Io ero nel secondo gruppo.
Abbiamo iniziato a fermare le persone per strada e la maggior parte è stata "cattiva" con noi. Ci hanno detto un "NO!" arrabbiato, non si sono fermati e uno ci ha perfino detto una parolaccia!
Siamo riusciti a convincere solo quattro persone, di cui tre erano i nostri genitori!
È stata un'esperienza sia formativa che negativa. Mi sono sentito come gli operatori del call center che telefonano per fare pubblicità e a cui noi rispondiamo sempre male.
Ho avuto molta pena per loro: io l’ho fatto solo per mezz'ora mentre loro lo fanno ogni giorno.
Questo ci deve insegnare a non insultare e a non rifiutare la loro telefonata, ma ascoltarli e rispondere loro educatamente.
Marco Criscuolo Gaito
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