Dopo esserci documentati e aver visto il film sulle “Quattro Giornate di Napoli”, periodo della seconda guerra mondiale in cui Napoli fu attaccata dai nazisti e infine liberata dai partigiani, abbiamo intervistato due persone significative per quel momento storico: Gennaro Morgese figlio di Maddalena Cerasuolo, eroina delle Quattro Giornate e cugina di Gennarino Capuozzo, un bambino morto durante quei combattimenti e Antonio Amoretti un sopravvissuto delle Quattro Giornate, testimone diretto della cacciata dei tedeschi da Napoli.
Abbiamo intervistato Gennaro Morgese nella piazza di Napoli dedicata alle Quattro Giornate. Dalle sue risposte e dalle sue indicazioni sembrava di ritornare nel passato e rivivere tutti quegli episodi tristi. Ha parlato della mamma e di quanto sia stato brutto il nazi-fascismo, come il razzismo. Gennarino era una bambino che voleva fare la guerra e a cui non importavano i rischi a cui andava incontro. Anche se la madre lo supplicava di restare a casa, lui usciva e si infilava nella folla per non farsi vedere dalla mamma che intimorita lo cercava. Poi un giorno cercò di attaccare i tedeschi con una bottiglia incendiaria, ma fu colpito a morte dai nemici.
Gennaro Morgese ci ha mostrato la mitragliatrice che si trova davanti alla Caserma dei carabinieri di Piazza Quattro Giornate e ci ha raccontato la storia di quell’arma letale che spera di non vedere mai più in mano a qualcuno. Durante le Quattro Giornate i soldati tedeschi avevano la loro sede nella Floridiana, abbandonarono momentaneamente la mitragliatrice. Un partigiano aspettò che i soldati si allontanassero e corse subito a prendere l’arma incustodita, uscì dalla Floridiana e sparò ai soldati.
Poi alla fine dell’intervista siamo ritornati nella nostra scuola e abbiamo intervistato Antonio Amoretti che, avendo vissuto la guerra a soli sedici anni, aveva molto da dirci. Non finiva più di raccontare! Le storie erano molto interessanti e curiose e, con i suoi discorsi, è riuscito ad anticipare, perfino, le nostre domande.
Anche questo è stato un ritorno nel passato.
I loro racconti sono stati interessanti perché ci hanno fatto capire quanto la guerra possa danneggiare la vita delle persone e anche la città stessa.
Non posso immaginare quanto orrore ci sia nell’animo della gente che causa le guerre.
Chiara
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