top of page
Immagine del redattoreilBelvedereonline

Le lucciole di CUMA

Aggiornamento: 8 ott 2022

Sabato primo giugno 2019 sono stata lieta di tornare a Cuma, precisamente, nella foresta di Cuma. La foresta è definita incantata. È come se qui il tempo si fosse fermato, infatti possiamo trovare la stessa vegetazione di 2000 anni fa.

Come ogni luogo magico, la foresta ha un suo guardiano, l'elefantino di Cuma. Il bizzarro protettore non è altro che una parete rocciosa caratterizzata da alcuni solchi che le conferiscono la forma di un elefante.



Si narra che qui sia giunto Enea il protagonista del poema epico l'Eneide. Come narra Virgilio, Enea, consigliato dalla Sibilla cumana, deve riuscire a trovare il Ramo d'Oro per potersi recare nell'Ade. In realtà, il Ramo D'Oro altro non è che un ramo di Vischio, che, se spezzato, rilascia una linfa color oro.

Anche se può sembrare strano per una selva, la foresta di Cuma si affaccia sul mare e, personalmente posso affermare che, sia le foto che le parole non sono in grado di descrivere lo splendore del panorama. Sembrava di essere in uno di quei paesaggi che si vedono nel film, uno di quei tramonti romantici di cui si narra nei libri.



La foresta vanta una vegetazione molto varia: troviamo la smilax, per la sua sagoma a forma di cuore, la pianta per i Romani simboleggiava l'amore; il tarassaco o, più comunemente chiamato, il dente di leone, usato dal popolo romano per le sue proprietà diuretiche e, infine, possiamo trovare il giglio di mare specie, ormai, a rischio di estinzione.

Anche la fauna è molto varia. La foresta è l'habitat naturale di numerosi rapaci e sulla spiaggia è stata avvistata la tartaruga caretta caretta, specie che qui non si vedeva da più di 20 anni. La guida all'inizio ci ha descritto la fauna e la flora della foresta poi, dato che eravamo più o meno all'imbrunire, ci ha condotto su un promontorio roccioso dal quale si vedeva tutto il paesaggio di Cuma: era magnifico!



Quando orma era buio, è giunto il momento più magico: l'oscurità è calata sulla foresta e centinaia di luci lampeggiavano tra la vegetazione. Le lucciole.

Nel buio più totale emergevano centinaia di lucciole che, con il loro luccichio, attiravano le compagne. Era magnifico!

La guida ci ha spiegato che le lucciole maschio emanano una luce ad intermittenza per attirare le compagne che, invece, emanano una luce costante. Ci siamo potuti addentrare nella selva e la guida ci ha raccontato delle leggende sulle lucciole. La prima, che a mio parere è la più bella, è una leggenda originaria dei paesi scandinavi: le lucciole erano animali brutti, erano degli insetti senza alcuna bellezza. Un giorno, una lucciola andò al lago e dedicò una lode alla Luna. La Luna impietosita dalla Lucciola le disse che avrebbe fatto diventare il suo popolo l'animale più bello di tutti, doveva solo immergersi nelle acque del lago. La lucciola radunò le sue compagne e una alla volta si fecero il bagno nelle acque splendenti. Da quel giorno le lucciole ebbero parte della Luna in loro e divennero gli animali più belli delle foreste.

Mi è rimasta impressa nella mente, in particolare, una frase: Le lucciole sono i desideri inespressi di chi non c'è più.



Per me questa è stata una bellissima esperienza e se potessi la ripeterei ogni giorno. Questa escursione mi ha dato anche un altro insegnamento, che potrà essermi utile nella vita. Quando ho saputo dell'opportunità di poter fare quest'esperienza sono andata di buon umore e, anche se all'inizio non prometteva benissimo (il tempo era brutto, minacciava di piovere e faceva freddo), non mi sono abbattuta e alla fine ne è valsa la pena. E, volendo parlare da donna vissuta, quale non sono, posso affermare che, quando si è positivi, la vita, in un modo o nell'altro, ci ricompensa sempre.

Lucia Palmieri

65 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

コメント


bottom of page