Il Parco Verde di Caivano tra luci ed ombre
foto dal web_collage di Ginevra Novi
Un agglomerato di case alle porte di Napoli, attraversato dalla criminalità, dai traffici illegali, dalla droga e dagli abusi: è così che il “Parco Verde” di Caivano si presenta ad una delle più tristi pagine di cronaca.
Un quartiere abbandonato, reso piazza di spaccio famosa in Europa, dove i termini “speranza” e “futuro” sono, ai più, sconosciuti, lì dove l’omertà ed il degrado fungono da apripista a violenze di ogni genere, perpetrate nel tempo.
Tra le vecchie mura delle palazzine popolari, la memoria tiene vivo il ricordo dei piccoli Antonio Giglio e Fortuna Loffredo: anime innocenti sottratte all’infanzia, private della spensieratezza, della gioia.
L’ombra degli abusi che cresce tra povertà ed abbandono, tessendo una ragnatela alla quale sottrarsi, in questo contesto, risulta difficile. Ne è esempio l’ultimo caso verificatosi nel medesimo quartiere, che ha visto due cuginette, poco più che bambine, divenire ostaggio del branco: unite nel dolore, nella paura, nella vergogna, dall’inizio alla fine.
Ancora una volta il silenzio sembra voler mascherare l’entità del degrado, della rassegnazione: la “terra degli ultimi” viene lasciata in balia di sé stessa, murata tra le sue piaghe, ignorata come invisibile realtà.
Ginevra Novi
(redattrice de ilBelvedereonline, giornalino scolastico della
Scuola Secondaria di Primo Grado Andrea Belvedere – Napoli)
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