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Le nostre emozioni




Lello Esposito è un orgoglio napoletano, famoso in tutto il mondo. Prima di andare nel suo studio abbiamo girato per vari vicoli di Napoli. La passeggiata ci ha anche fatto comprendere meglio la storia e la cultura della città in modo da essere anche "più preparati" all’incontro con l’artista.

Il suo atelier si trova a piazza San Domenico Maggiore una piazza per me totalmente nuova. Il suo studio è un luogo magico ricco di arte e cultura; si trova in quelle che, una volta, erano le vecchie Scuderie del palazzo del Principe di Sansevero che ha una storia affascinante, ma, allo stesso tempo, alquanto inquietante.

Le opere di Lello Esposito sono molto particolari e dietro ciascuna c’è un significato molto profondo.

L’artista ci ha raccontato che uno dei suoi sogni è mascherare il mondo, infatti ha messo sul Vesuvio una maschera di 450 kg (bella pesantuccia) dalle cui cavità degli occhi i turisti possono vedere Napoli.

Il maestro raffigura principalmente i vari simboli di Napoli come il corno, Pulcinella, San Gennaro e ci ha fatto capire che noi sottovalutiamo questi simboli e pensiamo di conoscerne la loro vera identità, ma, in realtà, sono dei veri e propri emblemi che ancora non siamo riusciti a decifrare.

L'opera che mi è piaciuta di più è stata il Pulcinella legato ad una scala .È una delle sue prime opere (di quando lui era abbastanza giovane). Mi affascinano i materiali che ha usato; ad esempio, nell'opera del Pulcinella, la scala a cui era legato non era una scala "presa a caso" ma era la scala che aveva usato durante uno dei suoi lavori precedenti in un altro atelier.

Nella sua scultura/quadro sull'Unione d'Italia ha usato dei tubi che vengono utilizzati nell'edilizia.

Il Maestro è molto gentile e disponibile e ci ha voluto visitare non solo l’atelier, ma anche il suo studio-laboratorio.

Nel laboratorio c'era la musica. Ci siamo sentiti come in un luogo magico, incantato. C'erano tantissimi pennelli, tanti i vasetti di vernice. Ho trovato lo stesso laboratorio un’opera d'arte.


Ho notato che quando gli abbiamo fatto delle domande sul suo lavoro, sulla sua arte rispondeva con passione, dando anche delle risposte molto belle. Alla domanda "Diventa il cambiamento che vuoi vedere" è una frase che ha inciso su una delle sue opere, lei è diventato "il cambiamento che voleva vedere"? ha risposto in modo molto vago, molto generico, però, secondo me, lui è diventato il "cambiamento che voleva vedere".

Durante la visita ero emozionatissima e sono rimasta totalmente paralizzata.

Ho vissuto un'esperienza che sicuramente non dimenticherò. Il maestro ci ha trattati da veri giornalisti e non da bambini. Ci ha fatto anche i complimenti e di questo ne vado molto fiera. (Lucia P.)



foto di Daniele L:


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