Sapere che non ci saranno attività scolastiche per 10 giorni … stranamente non ci fa sorridere, conoscendone le gravi motivazioni.
Non ho visto né gioire, né sorridere i miei alunni.
Hanno compreso la gravità e forse anche il senso di responsabilità personale a cui ora sono chiamati!
Cosa già mi manca? Certamente loro! I sorrisi, le chiacchiere, le confidenze, lo sguardo attonito o stanco, l’intervallo rumoroso, i piccoli battibecchi, l’interesse nei loro occhi e anche quella voglia di sapere quanto manca all’ultima campanella.
Di loro mi manca tutto.
Quel tutto per me è la scuola.
Se dopo tanti anni, il mio lavoro, come quello di tantissimi docenti, si svolge ancora col sorriso, vuol dire che il motore di tutto… sono loro, gli alunni, e non certo le scartoffie da riempire o le riunioni.
Poter comunicare con loro per una didattica a distanza è certamente una soluzione per non far perdere il ritmo allo studio ma non siamo abituati a non vederli forzatamente, né a non scambiare, o stimolare in loro, discorsi, idee ed opinioni.
A volte ci prende stanchezza e sconforto ma mai la voglia di mollare…. proprio perché sono loro a dare energia, a infondere la necessaria caparbietà per continuare un lavoro così difficile ma ricco di ricompense; la più bella fra tutte è il vederli crescere.
Troppo silenzio c’è ora in quelle aule, nei corridoi, all’ingresso. Un silenzio surreale che ci dà ancora più voglia di far scorrere in fretta il tempo e tornare alla normalità, quella normalità che ci fa sentire vivi.
Maria Luigia Rotondo
Comments