Il mio canto preferito è quello dedicato a Paolo e Francesca, i protagonisti di una tragica storia d’amore.
Francesca si sposò, per ragioni politiche, con Gianciotto Malatesta, un uomo rozzo e violento. Francesca, però, finì con l’innamorarsi di suo cognato Paolo mentre leggevano un libro d’amore. Quando Gianciotto scoprì la loro relazione, li uccise.
Nel canto i due innamorati si trovano nell’Inferno tra i lussuriosi.
Dalle parole di Francesca, quando parla con Dante, emerge la chiara concezione stilnovistica dell’amore, il rapporto tra l’amore e la nobiltà d’animo.
Mi piace questo canto perché i due innamorati non hanno rinunciato alla felicità e hanno deciso di rischiare per stare con la persona che amavano.
Nel canto c’è anche una frase che ancora noi usiamo che mi ha colpito, “Galeotto fu…”, usata da Dante per indicare che il libro svolse la stessa funzione, tra i due amanti di Rimini, di quella di Galehaut tra Lancillotto e Ginevra.
Sofia Panaro
disegno di Martina Sepe
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