Il giorno 18/02/20 è stata ospite della redazione del giornalino “Il Belvedereonline” la giornalista televisiva della Rai Letizia Cafiero.
Arrivata intorno alle 15:00 la dottoressa si è accomodata e dopo qualche saluto e una breve e riassuntiva presentazione della piccola comunità di redattori e del percorso giornalistico degli ultimi due anni, senza attendere oltre si è subito cominciato con l’ascoltare ciò che l’intervistata aveva da esporre riguardo le sue esperienze lavorative.
Con atteggiamento confidenziale e molta scioltezza la giornalista ha cominciato a parlare principalmente delle differenze tra il classico giornale di carta stampata, che tutti noi conosciamo, e il giornale televisivo o meglio “il telegiornale”, di cui lei si occupa. Abbiamo imparato che i giornali di carta stampata impiegano parecchio tempo affinché vengano stampati e pubblicati (quindi venduti), di conseguenza i giornalisti hanno a disposizione più tempo per scrivere e meditare su un articolo.
Questo processo, tuttavia, è diverso per i giornalisti televisivi, in quanto questi ultimi hanno a disposizione solo tre ore per l’ideazione di un articolo e il loro servizio televisivo inoltre dura circa un minuto (raramente più tempo).
Secondo la giornalista, il web è ormai alla base dell’informazione e su molti giornali online sono stati aggiunti approfondimenti alle varie notizie o correlate agli articoli. Scrivendo un qualsiasi tipo di giornale ci si può permettere momenti di riflessione per l’adeguata scelta di parole e termini, cosa che però non avviene in un servizio in diretta televisiva: bisogna essere chiari, incisivi, veloci nel parlare e far capire chiaramente agli ascoltatori, spiegando talvolta termini inusuali che vengono citati.
Dopo questa introduzione I redattori cominciano a capire meglio gli aspetti di questo mestiere e la poliedricità occorrente per svolgerlo con costanza. Successivamente subentra un altro argomento interessante: ovvero le cosiddette “Fonti dirette” e le “Agenzie di stampa”.
Come del resto suggerisce il nome, le fonti dirette sono informazioni valide e chiare fornite da persone specializzate. Per questo motivo, nella maggior parte dei casi, sono reali. Le agenzie di stampa sono l’opposto delle fonti dirette, in quanto trasmesse telefonicamente da inviati alla redazione, che provvede alla trascrizione e alla loro pubblicazione.
La dottoressa Cafiero continua la sua conversazione approfondendo il discorso sul web, definendolo come un posto pieno di “roba”, vera e non vera (fake news o notizie a cui non dare credito, che talvolta inducono a credere o a dedicarsi alla verifica di quanto letto). Spesso i giornalisti importanti sono costretti a scrivere per il web e guadagnano con un semplice clic, delle persone che decidono di aprire la pagina web contenente ciò che desiderano leggere.
Questo è sicuramente il tempo del “boom” del giornalismo online.
Letizia Cafiero ha spiegato, inoltre, che il giornalismo è un lavoro molto gerarchico, dove ognuno ha l’obbligo di sottostare al proprio superiore, e ovviamente, al capo redattore. Quest’ultimo svolge un ruolo di “monarca” all’interno della redazione, selezionando e decidendo le notizie che saranno pubblicate o che andranno in onda al telegiornale di una durata massima di venti minuti.
I piccoli redattori comprendono la differenza tra i due tipi di giornali e, parzialmente, le attività del giornalista televisivo, ma l’intervista non è ancora conclusa, mancano le domande preparate dai piccoli giornalisti a cui l’esperta è stata fiera di rispondere.
1) Come è cominciata la sua carriera giornalistica? Attraverso la carta stampata o direttamente attraverso la tv?
“La mia carriera è iniziata all’ANSA, dopo aver conseguito degli studi universitari e aver ottenuto una specializzazione e un master in giornalismo. Successivamente scelsi in quale agenzia giornalistica entrare a far parte e scelsi l’ANSA, la quale mi ha insegnato che il giornalista non può esprimersi con pareri personali, ma mantenere un costante tono oggettivo, sia in diretta televisiva che sull’articolo cartaceo. Dopo dieci anni, mi venne offerta una proposta, accettai e venni assunta alla RAI dove tutt’ora lavoro. Non ho mai scelto di dedicarmi alla radiocronaca, la ritengo una delle attività più difficili del giornalismo”.
2) Quali sono le differenze tra i due percorsi?
“Con l’agenzia sei sola, mentre in televisione si svolge un lavoro corale, eseguito da più persone, a ognuna delle quali è affidato un ruolo”.
3) Già da piccola coltivava questa passione?
“All’università volevo studiare Lettere e, nonostante mi piacesse, non avevo una grande passione per il giornalismo. La chiave che mi ha aperto la strada è stata la determinazione. I miei genitori volevano che io studiassi la chimica, nonostante a me non piacesse l’ambiente sperimentale di questo lavoro. Così un giorno decisi di iscrivermi a Lettere senza farlo sapere a mia madre e mio padre, che, all’inizio quando lo vennero a sapere, non reagirono bene, ma poi mi assecondarono, e finalmente feci quel che desideravo fare”.
4) Come mai ha scelto di diventare giornalista televisiva e, quindi, di accettare gli orari pesanti e tutti i sacrifici che comporta questo lavoro?
“Più che una scelta fu la passione per l’agenzia di stampa ANSA che mi spinse ad accettare. Poi però la RAI mi chiese se io volessi fare una sostituzione e mi fu imposto, o meglio consigliato saggiamente dal mio capo di allora di accettare l’incarico”.
5) Prima di andare in onda cosa fa? Prepara una scaletta o l’articolo completo? Da chi si fa aiutare?
“Ci si riunisce due volte al giorno; una volta alle 9:00 e una volta alle 16:00. Dalle 7 alle 7:30 va in onda “Buongiorno Italia” mentre dalle 7:30 alle 8:00 “Buongiorno Regione”, non considerando altri numerosi turni. È importante riunirsi prima di decidere cosa mandare in onda e soprattutto per “l’apertura del giornale”. A questo proposito ci aiuta il Menabò, nient’altro che un foglio su cui sono annotate le parti assegnate.
A Roma, inoltre, ha sede una centrale video che smista la linea alle venti redazione regionali, a loro volta collegate tutte ad una sola linea. Per questo è importantissimo riuscire a incastrare tutto ciò che c’è da dire e da mandare in onda, con ad esempio la pubblicità e il meteo; altrimenti non si riuscirebbe a concludere in tempo il servizio e si rimarrebbe senza linea. Il gobbo aiuta noi giornalisti televisivi a leggere le notizie più velocemente e con meno insicurezza, senza esitazioni”.
6) Essere portati per il dialogo e saper parlare può essere una dote importante e favorevole nel lavoro di giornalista televisivo?
“Sicuramente. Saper parlare è importantissimo”.
7) Che responsabilità comporta essere un giornalista televisivo?
“Molto spesso i giornalisti vengono attaccati con querele che sono una sorta di denuncia che si utilizza, nel caso si venga diffamati. Appena il giornalista si avventura in certi argomenti scomodi o sensibili, rischia la denuncia da parte del soggetto descritto. È importante che un giornalista sappia tutelare la dignità delle persone”.
8) Secondo il suo parere, la professione del giornalista televisivo è impegnativa?
“Sì, è molto impegnativa. Per i giornalisti non esistono vacanze, si lavora ogni giorno anche nei giorni festivi”.
9) Il giornalismo televisivo potrà mai essere sostituito dalle notizie via internet, secondo lei?
“Mi auguro di no! Per fortuna la televisione è ancora vista e i due TG1 delle 13:30 e delle 20:00 sono i più seguiti. La RAI si regge principalmente sulla pubblicità”.
10) A questo proposito si sta diffondendo la piaga dei titoli clickbait (titoli sensazionalistici), che deve il suo successo al vizio di leggere solo il titolo, l’occhiello o tutt’al più il sommario di un articolo. Cosa ne pensa?
“Sono molto pericolosi e non bisogna fidarsi di tutto quello che si legge su internet e bisogna sempre documentarsi”
11) Durante le riprese in diretta ha mai avuto difficoltà? I commenti degli ascoltatori servono?
“Sì, si hanno molte difficoltà. Io credo che i commenti degli ascoltatori servano perché il confronto è sempre utile anche nella vita personale e di relazione con le persone”.
12) È importante essere sul luogo di un evento da raccontare? Come fa ad essere sul campo in tempo reale?
“In tempo reale è impossibile riuscire ad esserci. Essere sul luogo dei fatti per raccontare, non è importante…è fondamentale!
13) Come fa a distinguere le fake news dalle informazioni reali?
“Cerco di capire se quanto letto è presente nelle pagine di uno dei giornali delle testate principali, non fidandomi mai delle notizie presenti su Google o su Facebook. Nonostante ciò, talvolta i socialnetwork si sono rivelati utili, perché hanno aiutato i giornalisti a raccogliere più informazioni sull’identità delle persone; sempre verificando l’autenticità dei profili”.
“Concludo dicendo che la curiosità è un fattore importantissimo nella vita di un giornalista”.
Queste le ultime parole dell’intervista alla giornalista conclusasi con un grande applauso.
Dopo vari saluti alla redazione e ringraziamenti per il pomeriggio trascorso a svelare e raccontare un mestiere appassionante la dottoressa Letizia Cafiero ha lasciato la scuola, lasciandoci un pezzo di cultura.
Aurora & Stefano Saviano
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