Tutto quello che c'è da sapere
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Non esiste un solo coronavirus, ma tanti virus appartenenti alla famiglia coronavirus. Ultimamente si è diffuso un nuovo Coronavirus, denominato 2019-nCoV, che ha generato l’epidemia in corso, iniziata già nei primi giorni di dicembre. L’epidemia è scoppiata nel mercato del pesce di Wuhan (città cinese situata nella provincia dell’Hubei che conta 11 milioni di abitanti), dove si vendono anche animali vivi, i cui lavoratori e frequentatori sono stati i primi contagiati. Il virus si trasmetteva tramite gli animali ma ora è possibile la trasmissione di persona in persona. Nonostante la città di Wuhan sia stata messa in quarantena ciò non ha impedito la diffusione del virus che oggi conta circa 70.000 casi e 1.700 morti. I sintomi sono molto vari, ma quelli del nuovo coronavirus sono tosse, febbre, difficoltà respiratorie, mal di gola, raffreddore, ma anche polmonite, sindrome respiratoria acuta grave, insufficienza renale fino alla morte.
Tra il 2002 ed il 2004 si è avuta un’altra epidemia, causata da altro tipo di Coronavirus, quella della Sars (Sindrome Respiratoria Acuta), anch’essa rilevata per la prima volta in Cina, che in due anni ha contagiato 8096 persone con 774 morti, con un tasso di letalità del 9,6%. Dunque, una forma meno contagiosa, ma con un tasso di mortalità superiore a quella dell’epidemia attuale che è risultata essere maggiormente contagiosa, ma con un tasso di mortalità che si attesterebbe intorno al 2-3%.
Il virus ora si è diffuso anche in Europa dove abbiamo il primo morto ed è arrivato anche in Italia, che è stato il primo paese a chiudere i voli diretti in Cina, con 3 casi tra cui 1 ricercatore italiano che era tra i 56 italiani ritornati con un volo militare e messi in quarantena presso la caserma della Cecchignola a Roma. Fortunatamente Niccolò, studente di 17 anni non lasciato partire precedentemente perché febbricitante, è stato riportato in Italia con un aereo militare e risulta negativo ai test. Quello che ci rende fieri è che un’equipe di ricercatrici, dell’Ospedale Spallanzani di Roma, è riuscita a isolare il virus, in modo tale da poterlo studiare e per poter creare un vaccino.
Il virus probabilmente poteva essere contenuto se la Cina non avesse ritardato la diffusione delle relative informazioni. Il medico trentaquattrenne Li Wenliang che per primo, a fine dicembre, aveva lanciato l’allarme ed era stato messo a tacere, si è ammalato di coronavirus ed è poi morto come moltissimi medici in Cina che, nella cura dei pazienti affetti da questo virus, sono stati contagiati.
Si consiglia di lavarsi sempre le mani e di non avere contatti stretti personali
Una farmacia di Roma ha anche iniziato la distribuzione di mascherine utili per evitare il contagio, ma come dice un graffito sul retro della farmacia “L’UNICA EPIDEMIA CHE DOBBIAMO COMBATTERE È L’ IGNORANZA” perché più grave del coronavirus è la diffusione di notizie false che possono allarmare la popolazione. L’ importante è che la paura non diventi odio o una forma di razzismo verso il popolo cinese.
Paolo Ventre
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