"Potete strappare tutti i fiori, ma non potrete mai togliere la primavera".
Pper quanto si cerchi di farlo, non si possono cancellare le memorie dei fatti. È più che vero per Alessandra Clemente, che abbiamo intervistato alle 15:00 di giovedì 20 ottobre 2022.
Nei Giardini Silvia Ruotolo, in piazza Medaglie d'oro, iniziamo la nostra intervista con un discorso sui nostri fiori preferiti, alla fine del quale Alessandra ci dice la citazione ad inizio articolo.
Abbiamo scoperto molto della sua storia, iniziando dalla politica. Ci ha fatto capire che “per fare politica bisogna provare appartenenza alla città, bisogna provare molto pathos". Inoltre, spesso in politica, i giovani sono visti come un problema, ma a lei questo non piaceva, e ha voluto ribaltare la situazione a favore dei giovani. Se ha fatto politica, è grazie a una persona speciale: Don Luigi Ciotti. Al suo riguardo, Alessandra ha dichiarato: “È sempre stato al mio fianco. Se faccio politica è grazie a lui. Quanto alla lotta all'illegalità - ci ha detto - "si può fare molto, ma bisogna essere una persona che non scende a compromessi a danno di altri".
Alessandra ha scritto un meraviglioso tema per l'esame di quinta elementare. È strano, però, come non se ne sia ricordata fino al liceo; molto legata a sua madre, fu molto difficile andare avanti, ma riuscì a sostenere l’esame scrivendo il tema in quanto per lei era come se sua madre "fosse lì a guidarmi e scrivere con me". Questo episodio è uno dei tanti che ci ha raccontato durante l'intervista riguardante la sua infanzia.
Era presente anche Francesco, suo fratello, molto legato a Silvia.,Quando la madre fu uccisa, le teneva la mano. Subito dopo, però, si rese conto di ciò che era successo. Infatti, quando Alessandra cercò di consolarlo, le rispose dicendo: "No Ale, ma che dici, mamma è lì, a terra, tutta rossa”.
Infine, abbiamo parlato dell'Associazione Silvia Ruotolo, un’associazione che recupera bambine e bambini, cresciuti in famiglie problematiche e svantaggiate economicamente.
È stata una meravigliosa intervista.
Leonardo Cappelli
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