Il giorno in cui mi hanno detto che non sarei andato a scuola per circa una settimana, ero molto felice perché da allora in poi mi sarei addormentato con la consapevolezza che il giorno dopo non mi sarei dovuto svegliare presto.
Ma ormai questo lato positivo è scomparso, perché, con l’ introduzione delle video lezioni, è come se dovessi andare a scuola e, quindi, mi devo per forza svegliare presto. A questo punto rimangono, per la maggior parte, i lati negativi, che sono: non posso vedermi con i miei amici, non posso uscire per prendere una boccata d’aria…
Da ormai due settimane non metto piede fuori la porta, posso dire che faccio sempre le stesse cose che, pur sembrando divertenti, stanno iniziando ad essere monotone e noiose. Queste restrizioni stanno diventando estenuanti, non ce la faccio più a rimanere a casa, forse era meglio quando andavo a scuola.
Le strade sono desolate e così devono essere, perché solo in questo modo riusciremo a combattere il virus che si è diffuso perché l’abbiamo sottovalutato.
Quando questo periodo finirà, non sarà tutto come prima, perché la gente avrà paura, ma, finalmente, considererà cose che prima aveva trascurato, come lavarsi le mani quando si torna a casa. Posso dire che io in primis non lo facevo, ma sicuramente imparerà ad apprezzare le cose belle che ci ha donato la vita, imparerà ad apprezzare la normalità.
Infine vorrei dire che in futuro, quando i nostri nipoti e figli ci chiederanno “Ma come avete salvato l’ Italia?”, noi potremmo fieramente rispondere “Rimanendo a casa”.
Antonio Brocca
disegno di Vittoria Papa
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