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UNA MISTICA GIORNATA ALL’OSPEDALE DELLE BAMBOLE

Aggiornamento: 14 mag

(di MARCO CRISCUOLO GAITO)



UNA MISTICA GIORNATA ALL’OSPEDALE DELLE BAMBOLE

Martedì 16 aprile la nostra redazione si è recata in via San Biagio dei Librai (meglio conosciuta come Spaccanapoli) per visitare l’ospedale delle bambole. Il posto è situato all’interno di un giardino e da subito ci si sente in un luogo mistico, privo della confusione della nostra città, che emanava un'aura strana ma protettiva. Dentro ci aspettavano la Dott.ssa Tiziana Grassi e il direttore sanitario Alessandra Colonna. Nella prima sala mille occhi di plastica ci osservavano in un’atmosfera che ha spaventato quasi tutti. La dottoressa Grassi ci ha fatto, però, notare di come siamo condizionati ad avere paura delle bambole quando, invece, un bambino piccolo lì si divertirebbe un mondo. Abbiamo poi parlato del significato che le bambole e i giocattoli hanno per noi. Loro, infatti, rappresentano la prima relazione sociale dell’essere umano, il che gioca un ruolo molto importante per la vita di quest'ultimo Inoltre i giocattoli ci aiutano anche a stimolare la nostra immaginazione; quante volte da piccoli avete inventato una storia con i giocattoli o i pupazzi? La storia dell’ospedale delle bambole è molto tortuosa. Fu fondato nell’Ottocento da Luigi Grassi, uno degli avi di Tiziana, come riparatore di pupazzetti da spettacolo. Infatti la nostra città è ben conosciuta per gli spettacoli e per personaggi come ad esempio Pulcinella. Un giorno, però, entrò nella bottega una ragazza che voleva riparare la sua bambola e da quel giorno tutti chiamarono quel posto “L’ospedale delle Bambole”. A quel tempo infatti le bambole erano molto pregiate e ricomprarle costava moltissimo. Oggi invece i nostri giocattoli sono costruiti con materiali spesso scadenti e quando si rompono li buttiamo subito e li sostituiamo con altri. Tutto ciò fa parte di una cultura consumistica sbagliatissima. Ogni giorno ci riempiamo la bocca con discorsi sul riciclo e sulla sua importanza, ma sono sicuro che nessuno di noi ha mai pensato di riparare i nostri giocattoli rotti. Ci siamo spostati, poi, nella sala operatoria dell’ospedale, con bambole sui lettini e uno scanner per vedere attraverso i peluche. Qui Tiziana Grassi ci ha un po’ spiegato come funzionavano le procedure di riparazione. Proprio come nei veri ospedali, c’erano i codici verdi, gialli e rossi. Quest’ultimi sono per le emergenze, come per esempio il peluche di un bambino, che doveva essere riparato in poco tempo, in quanto il bimbo era molto affezionato. Oppure ci sono le richieste, come nel caso di "Minnituccio", un orsacchiotto trovato tra degli scatoloni da una sorella che voleva a tutti i costi restituirlo e regalarlo a suo fratello il giorno del suo 50esimo compleanno. È stata un’esperienza bellissima che ci ha fatto comprendere un altro tassello della nostra incredibile tradizione napoletana. Adesso se volete riparare una bambola sapete dove andare!!

MARCO CRISCUOLO GAITO

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