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Mare Fuori e la vita reale ( di Miriam Perrone)



MARE FUORI E LA VITA REALE

Pur essendo trascorsi quattro anni dall’ uscita della prima stagione di Mare Fuori, questa rimane, tuttora, una serie tv che affascina i ragazzi.

La sceneggiatura è ricca di temi importanti, quali relazioni affettive, violenza, criminalità e libertà, e perciò molti ragazzi si ritrovano nella storia dei loro personaggi preferiti.

Oramai, soprattutto con il mondo che ci circonda, è importante affrontare queste tematiche con i giovani, sia per metterli in guardia che per mostrare loro la VERA realtà, che molte volte non coincide effettivamente con la fiction.

Per tale motivo, il 6 marzo 2024, tutte le seconde della scuola media A.Belvedere hanno accolto Eleonora Ascione, la comandante dell’IPM di Nisida (Napoli), e il suo team di poliziotti ed educatori.

Durante l’ora a disposizione, ci hanno spiegato come si svolge la vita in un carcere minorile e quali sono i processi penali da seguire.

L’IPM è un sistema rieducativo che concede al ragazzo un’istruzione stabile e varie attività, dandogli così la possibilità di riappropriarsi di una

vita normale e sana, degli spazi e dei valori fondamentali della convivenza.

D’altra parte, un ragazzo non dovrebbe mai arrivare ad essere smistato in un istituto penitenziario; la famiglia dovrebbe accompagnarlo nelle sue scelte e lo stato fargli ripercorrere i suoi passi, portandolo a pentirsi o per lo meno a non compiere tali gesti estremi.

Difatti il ragazzo dovrebbe essere fermato prima dell’arresto: bisogna lavorare nelle zone dove lo Stato latita, nei quartieri periferici o malfamati (ad esempio si potrebbe agire con gli sport e/o con le attività di gruppo).

Basta osservare i quartieri degradati per rendersi conto che gli

investimenti sono davvero pochi. Quelli che si attuano vengono fatti solo dopo che accadono episodi di sangue o violenza; quasi mai prima, per prevenirli e quindi offrendo una chance in più ai giovani che non sia quella della malavita.

Dunque, i ragazzi dai 14 ai 24-25 anni vanno in carcere soprattutto per reati di rapina e/o tentato omicidio. Prima dei 14 anni, invece, vengono assegnati agli assistenti sociali, secondo la legge per la quale non sono in grado di intendere o di volere.In carcere, i detenuti sono a contatto prevalentemente con i poliziotti e talvolta con gli educatori; dunque, è importante instaurare rapporti buoni

-basati sulla fiducia - con le autorità di turno. Perciò è importante la buona condotta che favorisce sicuramente il parere del giudice, riguardo il rilascio dei permessi di uscita.

E’ qui infatti che le differenze con Mari Fuori si notano. Difatti, i permessi non si possono ricevere così frequentemente come accade e si vede nella serie, né tantomeno così presto rispetto agli anni di carcere. Nella realtà, è necessario scontare almeno un quarto della pena assegnata, avere un’ottima condotta e partecipare sia alla scuola che alle attività in modo regolare, per avere la possibilità di chiedere al giudice un permesso di qualche giorno/ora. Oltre a ciò, i ragazzi tra di loro non possono stringere relazioni amorose,che vanno oltre agli sguardi; difatti sono molto frequenti scambi di lettere o relazioni amichevoli, nel limite del possibile.

Altre differenze sono relative all’abbigliamento che, per i detenuti, deve essere consono e non troppo appariscente.

Inoltre nell’IPM di Nisida, al momento, ci sono solo maschi e, nel caso di detenute, la sezione femminile è sempre molto ridotta.L’incontro con la dott.ssa Eleonora Ascione si è concluso con le domande poste dagli studenti, sia riguardo agli aspetti psicologici/umani dei ragazzi, che ai processi penali e giuridici per l’assegnazione definitiva della pena relativa al reato commesso.E’ stata sicuramente un’esperienza che ci ha permesso di conoscere nuove parti di realtà che, pur sembrando lontane, sono più vicine di quanto sembra.

-MIRIAM PERRONE-

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