Ormai da diversi anni la F1, meglio nota come Formula Uno, è lo sport automobilistico più seguito ed è tra i 15 sport con più spettatori in assoluto. Basti pensare che negli autodromi si tocca molto spesso quota 500mila spettatori dal vivo.
Trattandosi di un Motorsport, ovviamente ha avuto un riscontro negativo per l'ambiente. In quasi un secolo di attività la F1 ha portato ad emettere infatti migliaia di tonnellate di diossido e anidride carbonica all'anno.
Male, male!
Il presidente della FIA Mohammed Bin Sulayem (attivo da quasi 10 anni) nel 2014 ha deciso di effettuare un cambio di rotta, dando vita all'era ibrida anche in F1. Molto semplicemente, ogni scuderia ha dovuto iniziare ad usare obbligatoriamente un motore ibrido, ovvero un "macro" motore costituito dall'unione tra un motore elettrico ed uno a benzina.
Con questa innovazione la Formula Uno è finalmente riuscita a dimezzare le emissioni di gas pericolosi per l'ambiente. Questo cambiamento è stato supportato dalla maggior parte delle scuderie e dei piloti, in particolare da Sebastian Vettel, pilota tedesco in forza all'Aston Martin ed ex Ferrari e Red Bull Racing. La FIA però non si è limitata questo.
Nel 2020 infatti è stato stabilito un ulteriore cambio per la stagione 2026: i motori potranno essere ricaricati solo con carburanti sostenibili. Così facendo le vetture perderanno il 37% della loro potenza, ma sicuramente per raggiungere l'obiettivo comune della riduzione di emissioni, tutti, grandi associazioni incluse, dovremo essere disposti a perdere qualcosa.
Carlo Cosentino
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