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PICCOLO GRANDE CAMPIONE ( di Francesca Schiavo)

  • Immagine del redattore: ilBelvedereonline
    ilBelvedereonline
  • 3 mar
  • Tempo di lettura: 5 min

PICCOLO GRANDE CAMPIONE


Questa è una storia meno allegra del solito, che vorrei raccontare più da alunna che da redattrice. Forse alcuni hanno già sentito parlare della storia del nostro Daniele, un ragazzino di soli 13 anni,a cui la vita è stata strappata via proprio quando tutto sembrava andare meglio. Io ero una sua compagna di classe e quindi ho vissuto la vicenda in prima persona.

Dany soffriva, da quasi due anni, di una leucemia piuttosto grave, ma non sono qui per raccontare della sua malattia. C'è sicuramente da dire che tutto il tempo in cui è stato in ospedale ha insegnato a tutti noi della classe, e non solo, di non abbatterci mai di fronte alle difficoltà, anche davanti a quelle più grandi. Nonostante in classe con noi non ci sia stato tanto tempo prima di ammalarsi, i ricordi dei momenti che ho passato con Daniele sono tantissimi, ed è proprio di questo che vorrei parlare. Una delle prime cose che mi vengono in mente se penso a lui è la sua enorme voglia di studiare; sono state tantissime le volte che si voleva far mandare a tutti i costi i compiti in classe di matematica e le tracce dei temi di italiano, e quando se ne doveva andare via quando veniva in classe era sempre triste e voleva rimanere fino alla fine delle lezioni. Infatti, Daniele, da maggio dell’anno scorso è venuto tante volte in classe a fare lezione con noi, e le risate erano assicurate, come mi mancano quei momenti... Un altro dei momenti più belli che ricordo che abbiamo passato

con Dany, è proprio la prima volta che è venuto in classe a fare lezione con noi. Era il suo compleanno e con la Prof. di musica avevamo riscritto una canzone del suo cantante preferito, Geolier, e gliel’abbiamo mandata la mattina del 7 maggio, il giorno scolastico forse più bello della mia vita. In seconda ora abbiamo avuto l’inaspettata sorpresa di vederlo finalmente dal vivo dopo quasi un anno e mezzo, visto che prima di allora avevamo solo fatto lezioni in DAD. Molti di noi si commossero perché non credevano fosse possibile poterlo rivedere dopo così tanto tempo. È stata una giornata bellissima e ci siamo divertiti tantissimo tutti quanti, abbiamo persino ordinato il Mc Donald’s in classe! Nei giorni successivi, Daniele è venuto diverse volte in classe a fare lezioni con noi. A settembre ha iniziato a venire quasi regolarmente a scuola, ed è stato proprio lì che ci siamo resi conto che la sua malattia stava migliorando e forse tutto si sarebbe sistemato una volta per tutte.

Sono arrivate, poi, le vacanze di Natale. La leucemia è peggiorata. Tutto quello che aveva passato è sembrato completamente inutile, tutti i sacrifici, tutti gli sforzi. Però non è mai stato così. Dany ha lottato fino alla fine e questo deve essere di insegnamento per tutti noi, sia di classe che non. Una delle cose che mi ha sempre colpito di lui è il fatto che nonostante stesse male avesse sempre il sorriso stampato sul viso, a volte solo per non far preoccupare chi gli stava attorno. Io ho scoperto che Daniele è diventato una stellina che illumina il nostro cammino, e che lo farà sempre, quasi per caso; la mattina dopo, ero a sciare e un mio amico ha visto le storie del Napoli su Instagram e ha detto a un altro ragazzo che Daniele non c’era più. Sapevo che la sua malattia era peggiorata, mia madre mi aveva detto che i dottori non sapevano quanto gli rimaneva, ma all’inizio comunque non ci volevo credere, mi sembrava

impossibile che potesse essere successa una cosa simile ad un ragazzino della mia stessa età. Non avevo molta voglia di parlare, così ho trattenuto le lacrime, ed è stata una delle cose più difficili che abbia mai fatto.

Riguardo ai giocatori del Napoli, non so leggerete quest’articolo, ma ci tengo tantissimo a ringraziarvi per tutto quello che avete fatto per Daniele e per la sua famiglia, ancora oggi. Siete riusciti a realizzare il suo sogno di scendere in campo con la maglia del Napoli nel poco tempo che gli rimaneva; ricordo che ogni volta che veniva in classe i giorni dopo le trasferte e le partite in casa era sempre felicissimo, una volta è anche venuto a scuola con la fascia del capitano che gli aveva regalato Di Lorenzo! Il 7 gennaio è stato il primo giorno di scuola dopo che Dani se n’è andato, ed è stato terribile. Essendo andata a sciare, ero tornata il giorno prima dalla montagna e ancora non avevo visto i cartelli che annunciavano la scomparsa di Dani. Mentre andavo a scuola ne ho visto uno e ho letto cosa ci stava scritto. A ogni lettera che leggevo era sempre più difficile trattenere le lacrime. Avevo gli occhi lucidissimi e quando sono entrata in classe non sono riuscita a contenermi. Ho iniziato a singhiozzare come non ho mai fatto, però allo stesso tempo mi sono sentita un po’ più leggera. Il pomeriggio, alle 16, siamo andati al funerale. A dir la verità, mi fa strano raccontare le mie emozioni durante la messa, forse perché ero così sconvolta che neanche io stessa sono riuscita a comprendere ciò che stavo provando. Non ero mai andata ad un funerale prima di allora, quindi non sapevo come si sarebbe svolta la messa, ma sapevo che avrei pianto tantissimo e mi sono munita di un bel po’ di fazzoletti. Sia all’interno della chiesa che fuori c’erano tantissime persone. La messa è stata celebrata da Don Mimmo, il vescovo di Napoli, che conosceva Daniele e che gli è stato accanto nell’ultimo anno. Inoltre, in rappresentanza della squadra del Napoli c’era Edoardo De Laurentiis. Don Mimmo, conoscendo piuttosto bene Dany, ci ha raccontato tante cose su di lui. È stato un momento molto difficile da affrontare e in classe alcuni di noi hanno avuto dei momenti di malinconia.

Nelle settimane dopo il funerale, le mamme della classe hanno avuto l’idea di andare a parlare con Don Mimmo per avere un po’ di conforto. Così, il 12 febbraio tutti noi di classe, alcuni dei nostri professori, la mamma e il fratello di Dany, ci siamo recati presso la Curia di Napoli per incontrare il vescovo, che ci ha spiegato quanto sia importante non dimenticare mai Daniele e tenere la sua voglia di vivere e studiare sempre stretta a noi. È stato un incontro ricco di emozioni, che ha fatto rigare il viso di lacrime a tanti di noi.

A scuola, lo street artist Alessandro Ciambrone ha dipinto il nome di Daniele dentro una stella che si trova nel cortile della scuola, in modo che appena si entra il ricordo di Dany viva dentro ogni studente, professore e genitore. Inoltre, la sala informatica è stata dedicata a lui,

con una bellissima targa del colore della sua squadra del cuore. Durante la cerimonia,

abbiamo visto un video fatto dai professori con tante foto di lui, che ci ha regalato tanti ricordi, ma anche tanti pianti. In classe, abbiamo un banco tutto suo, che ha come cornice tutte le cose che gli piacevano e al centro ci sono delle sue fotografie. Prima di attaccare le foto, abbiamo firmato il banco e scritto una dedica, sia noi compagni di classe sia i professori. Daniele ci ha insegnato tante cose, ma soprattutto una: vivere ogni giorno con gioia, e non sprecare la nostra vita. Infatti Dany, paradossalmente, ha vissuto una vita più piena di quella di tante persone che hanno vissuto molto più di lui, perché ha sfruttato ogni giorno per essere felice e per vedere il bello della vita, nonostante la situazione così dolorosa che stava vivendo. Grazie Dany, grazie per tutto ciò che hai fatto per noi e che ci hai insegnato senza che neanche te ne rendessi conto, ci manchi tanto. Continuerai sempre a vivere dentro ognuno di noi.

Francesca Schiavo

 
 
 

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