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Combattere per la libertà

Aggiornamento: 29 feb



Giovedì 18 maggio 2023 ho partecipato a una visita guidata in giro per il Vomero per ricordare il centenario dalla nascita di Adolfo Pansini, nato il 14 maggio 1923 e morto partigiano durante le Quattro Giornate di Napoli nella Masseria Pezzalonga. Non potevano, quindi, mancare alcuni studenti del Liceo Pansini, che ci hanno fatto da guida durante il nostro viaggio, insieme alla professoressa Cerrito.

Una delle nostre prime tappe è stata la Villa Pansini. Qui abitava la famiglia di Adolfo. Il padre, Eduardo Pansini, era un noto artista che denunciò già prima della guerra il fascismo, che ostacolava l’arte e la proibiva. Trasmise al figlio a suo figlio i suoi ideali e Adolfo, crescendo, diventò un convinto antifascista. Insieme ai suoi amici spargeva volantini con scritto “Abbasso il duce”, mandava lettere arrabbiate ai gerarchi e compiva molti altri atti contro il regime.

Un giorno la cameriera di casa, mentre puliva la stanza di Adolfo, trovò in un cassetto una pistola e i volantini contro il duce. Lo denunciò e gli furono dati otto mesi di reclusione. Quando uscì di prigione il regime era caduto e i nazisti, il 12 settembre 1943, avevano occupato Napoli. Per prima cosa istituirono un coprifuoco dalle 20.00 alle 6.00 di mattina e ciò non permetteva ai cittadini di uscire entro quella fascia oraria. Tutte le armi dovevano essere consegnate e la zona del golfo doveva essere sgomberata per fare spazio a un campo militare. I napoletani vennero buttati per le strade perfino con i loro letti vicini.

Quella non era libertà, ci si trovava come dei topi in gabbia, scacciati e uccisi. Per riacquistare questo valore perduto il popolo napoletano si ribellò in quelle che poi furono chiamate Le Quattro Giornate di Napoli”, ossia il 27, il 28, il 29 e il 30 settembre.

Tutti si distinsero per il loro coraggio e riuscirono a riprendere la libertà, forse una delle cose più importanti nella vita dell’uomo e senza di essa non può essere definito tale. Adolfo cadde il 30 settembre nella Masseria Pezzalonga, insieme ad altri partigiani, i cui nomi sono incisi su una targa per non dimenticare.

Marco Criscuolo Gaito

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